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Due giorni in Val Zemola

Note Scheda tecnica

La salita al Rifugio Maniago di norma è una tranquilla passeggiata. La valle vista nel suo insieme appare dolce, ma l'ambiente è aspro e le sue cime sono selvagge e solitarie sulle quali domina la sagoma del Duranno.

Partenza: Poco sopra Erto
Dislivello massimo: 800 m
Grado di difficoltá: Difficoltá media.
Tempo medio di percorrenza: 3 ore.
Stagione piú favorevole: Da giugno a settembre.
Racconto

Vi faccio una domanda: a cosa serve leggere le previsioni del tempo prima di un'escursione?

Ci lamentiamo sempre quando le sbagliano; ma se le azzeccano e noi speriamo che siano sbagliate e partiamo lo stesso? Fu così che un quartetto di ASTUTI camminatori non vollero rinunciare alla gita ormai programmata e partirono incuranti delle nuvole e tornarono BAGNATI.

Sapete come vanno queste cose: la data e' fissata, c'e' la voglia di andare a passare una notte in rifugio per rilassarsi un po' tra amici, e rimandare sarebbe difficile visti gli impegni e la chiusura stagionale alle porte. Quindi partiamo decisi armati di mantelle, ombrelli e quant'altro.

I° Giorno

La salita al Rifugio Maniago di norma è una tranquilla passeggiata. Lasciamo l'auto appena sopra Erto, dove la stradina diventa sterrata: le nuvole sono dense e lambiscono le cime, ma per ora non piove. La gola di accesso è impressionante ed è un piccolo biglietto da visita: la valle vista nel suo insieme appare dolce, ma l'ambiente è aspro e le sue cime sono selvagge e solitarie sulle quali domina la sagoma del Duranno.

Lungo il primo pezzo di strada notiamo nella roccia dei ricoveri risalenti alla Grande Guerra. Giunti alla prima casera la strada si biforca: noi seguiamo il sentiero basso che dapprima segue il torrente a fondo valle; giunti al guado (facile) ci guardiamo un po' intorno in cerca di uno spiraglio nelle nuvole: macchè! Anzi incominciano a farsi sentire le prime goccie.

Il sentiero ora risale ripido per il bosco, incrociando un paio di volte la strada forestale: ora comincia una sottile pioggerellina di quelle che ti bagnano poco a poco senza che te ne accorgi; arrivi ad un punto che non sai se sei piu' bangato per la pioggia o per il sudore. Giungiamo in prossimità del rifugio incrociando il sentiero che proviene da Casera Bedin e che sarà la nostra via di ritorno. Al rifugio ci attende una calda stufetta accesa ed un buon piatto di Frico con la Polenta.

La giornata sarebbe ancora sufficentemente lunga per salire alla Forcella della Spalla o alla Forcella Duranno. Ma la pioggia ormai insistente ed il tepore del rifugio non ci lasciano dubbi!

II° Giorno

Se il buongiorno si vede dal mattino .....: piove! Decidiamo di effettuare comunque il percorso attraverso Casera Bedin. Premetto che il sentiero non presenta alcun pericolo, nemmeno con questo tempo, anche se il terreno è ovviamente più scivoloso. Dopo un lungo e continuo saliscendi nel bosco e con un ultimo ripido strappo si arriva alla casera che si trova su un piccolo pianoro panoramico: non che si veda molto, ma per un attimo fanno capolino tra le nuvole la Forcella e la Spalla Duranno.

La casera è un comodo bivacco che ci permette di rifocillarci all'asciutto per qualche minuto. Riprendiamo il sentiero e dopo un piccolo guado, ignorando la deviazione per il Percorso Alpinistico O.Zandonella, rientriamo nel bosco fino a giungere alla strada sterrata che scende dalla Cava di Marmo, e riscendiamo a valle. Arriviamo all'auto decisamente infreddoliti e ovviamente bagnati; alla fine nessuno di noi nasconde di essere un po' demoralizzato, ma sono bastati un cambio di vestiti asciutti ed una buona cioccolata calda a risollevarci lo spirito.

NOTE X L'ACCESSO: La Val Zemola è una valletta isolata sopra il paese di Erto, sfortunatamente famoso per la tragedia del Vajont. La si raggiunge salendo una stradina strapiombante, per buona parte sterrata ed alquanto sconnessa, fino ad un piccolo parcheggio oltre il quale c'è il divieto di transito. Qui seguire le tabelle o per il rifugio Maniago o per la Casera Bedin.









Il rifugio Maniago
(Clicca sulla foto)



La prima parte del percorso
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La chiesetta vicino al rif. Maniago
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La vipera di legno
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Il Duranno
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Vista Sul Col Nudo
(Clicca sulla foto)




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