L'aspetto dei Lagorai non è il tipico paesaggio dolomitico. La base rocciosa non è formata da calcio ma da roccia primitiva e le cupole non sono paragonabili alle vette dolomitiche. È questo il motivo per cui la zona è più adatta all’escursionista che non al rocciatore, che inutilmente cercherà la sfida. Si tratta di un gruppo poco noto, ma che riserva molte sorprese piacevoli, anche se esistono pochi rifugi e punti di appoggio a valle per il pernottamento.
I Lagorai appartengono al gruppo detto delle Dolomiti di Fiemme, che si suddividono in tre grandi catene: Monti della Val d’Ega, Monti di Salorno, Catena dei Lagorai ed il gruppo della Cima d’Asta. Quest’ultimo è senz’altro il più interessante per il rocciatore anche perché presenta l’unica via ferrata. Il gruppo della Cima d’Asta ha la forma di un ferro di cavallo e si apre in direzione sud verso la Valsugana.
A nord nella Catena dei Lagorai troviamo la vetta più alta, la Cima di Cece, 2754 m, che gareggia in bellezza con il M. Stelle delle Sute, 2556 m, con ai piedi il Lago Lagorai. Geologicamente interessanti a nord di Cavalese nei Monti della Val d’Ega sono i gemelli del Corno Bianco e La Rocca (Corno Nero) i cui nomi stanno ad indicare i loro costituenti, cioé il calcio e la roccia primitiva. La Cima d'Asta é molto importante, infatti si puó dire che é il "pilone" che sostiene a sud tutta la "scodella" geologica rappresentata dalle dolomiti.
Dalla Malga Sorgazza, seguendo il sentiero n. 327, si sale per comoda mulattiera fino alla partenza della funivia che serve il rifugio Brentari. Continuando per qualche decina di metri lungo la strada si raggiunge il cartello segnaletico che, indica il sentiero vero e proprio. Se si proseguisse lungo la strada si arriverebbe a Forcella Magna e di lí all’accesso alla
Ferrata Giulio Gabrielli che, con un percorso molto panoramico, arriva alla nostra stessa meta.
Il sentiero sale sempre piú ripido fino ad arrivare ad un bivio. Entrambe le vie portano allo stesso posto, solo che quella di destra é segnata come "facile" mentre quella di sinistra passa per i "lastoni". Se il tempo non minaccia pioggia e (ovviamente) c'é ancora un po'di fiato, consigliamo di percorrere i lastoni che sono piuttosto particolari e meritano di essere visti, anche se molto ripidi. Sembrano pareti inclinate costruite con cemento grezzo e segnate dall'acqua che vi scorre quando piove (il che succede piuttosto spesso in veritá).
Superati i lastoni eccoci arrivati al rifugio "Ottone Brentari", situato proprio sotto la Cima d'Asta. Il simpatico gestore ci rifocillerá a dovere. Se vogliamo salire in cima c'é un ulteriore dislivello di 400 m, ma ne vale assolutamente la pena. Il panorama é davvero unico !!!
Ecco la mappa del percorso
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