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Salita invernale al Monte Maggio

Note Scheda tecnica

L'idea è quella di seguire la forestale che da Malga Zonta sale a Monte Maggio; il dislivello non e' moltissimo, ma camminare nella neve fresca, anche con le ciaspe, e' sempre faticoso ... ci mettiamo i "fagioli" e partiamo ....

Partenza:Malga Zonta
Dislivello massimo:400 m
Grado di difficoltá:Facile.
Tempo medio di percorrenza: 2 ore.
Stagione piú favorevole:Da gennaio a marzo.
Racconto

Salita invernale al Monte Maggio (m.1855) da Malga Zonta [Passo Coe-Altopiano Folgaria-TN] In una grigia giornata di gennaio saliamo a Passo Coe dove ci attende una bella coltre bianca di neve fresca (un buon 30 cm.) sopra uno strato di neve gia' assestata. L'idea è quella di seguire la forestale che da Malga Zonta sale a Monte Maggio; il dislivello non e' moltissimo, ma camminare nella neve fresca, anche con le ciaspe, e' sempre faticoso. Ci mettiamo i "fagioli" e partiamo.

Dopo breve tempo ci rendiamo conto che la difficolta' maggiore sara' quella di non perdere il sentiero. Una forestale e' facilmente individuabile anche con la neve, qui pero' la situazione e' un po' diversa: siamo su un pianoro leggermente ondulato e la neve rende uniforme il terreno.

In piu' tutta la zona e' attraversata dalle piste del Centro Fondo di Passo Coe: ad ogni incrocio bisogna fare il punto della situazione cartina alla mano e in qualche caso pure con la bussola. Del resto sarebbe facile lasciarsi tentare dalle belle piste battute piuttosto che affondare nella neve fresca, ma il nostro scopo e' un altro. Quella che d'estate sarebbe una semplice passeggiata diventa una mini lezione di orientamento.

Siamo pero' sempre i soliti 4 mamachi ed ogni occasione e' buona per giocare con la neve, anche se non bisognerebbe sprecare le energie. Intanto cominciano lentamente i primi fiocchi di neve, che andranno avanti per quasi tutta la giornata Continuiamo il cammino incrociando le piste, con i fondisti che ci fissano a volte con uno sguardo strano! Ehi! Ognuno si diverte a modo suo.

Finalmete raggiungiamo la costa del monte dove si incrocia il sentirero E5 che ci condurra' fino alla vetta; qui la via e' unica, quasi una linea retta che sale a mezza costa tagliando il ripido bosco. Ora non si puo' piu' sbagliare quindi archiviamo momentaneamente la cartina e riprendiamo il cammino, dandoci il cambio come battistrada. A meta' percorso il bosco si fa un po' rado e fanno un po' impressione i prati, sovrastanti la strada, carichi di neve: se fossimo su un sentiero taglieremmo la neve e sarebbe un po' pericoloso.

Avanziamo evitando di fare rumori inutili. L'alta croce sulla cima del Monte Maggio gioca a nascondino con gli ormai radi alberi; sembra vicina, ma ogni passo appare piu' faticoso del precedente: il vento ha modellato cumuli di neve come onde che ci fanno affondare pesantemente. Siamo appena sotto la cresta e un paio di scorci sulla valle del Terragnolo ci mostrano il Pasubio completamente avvolto da nubi. Un ultimo sforzo e siamo alla croce: che fatica!

Facciamo una breve sosta, il vento gelido e insopportabile. Il panorama, pur se limitato dalle nuvole, e' notevole; eccezzione fatta per il vicinissimo Pasubio non ci sono altre cime nelle vicinanze, quindi lo sguardo puo' spaziare liberamente quasi a 360°. Guardando in basso vediamo il nostro punto di partenza e ci accorgiamo che abbiamo fatto un giro dell'oca; al ritorno taglieremo nettamente puntando dritti alla Malga Zonta. Scendiamo appena sotto la cima e troviamo riparo in un manufatto militare dove ci rifocilliamo.

E' tempo di tornare; incontriamo un altro camminatore solitario, che ha seguito i nostri passi, ed uno sciatore proveniente credo dal forte Sommo Alto, pure lui visibilmente stanco. Dopo un po' ci superera' in discesa sfrecciando.... ehi! così non vale! Ci divertiamo lo stesso, soprattutto nel tratto finale, giunti nuovamente sui pianori della malga: puntiamo la bussola a 60° e non ci schiodiamo. Qualche altra rotolata nella neve e la nostra gita finisce.

Guardiamo in su: la croce si staglia ancora nel cielo, sempre piu' nuvoloso, e ci lascia un bel ricordo di questa piccola-grande cima.



Cenni storici
/Percorsi/InvernaleMonteMaggio/prima_1916.htm







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