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Ritorno a Cima Mandriolo

Note Scheda tecnica
Riprendiamo il cammino ritornando su una delle classiche facili cime per gli amanti delle Ciaspe! link Gps Garmin

Percorso: Malga Larici - Porta Manazzo - Cima Mandriolo (m.2003) e rit.
Partenza: Malga Larici m.1658
Dislivello massimo: 345 m
Grado di difficoltá: Facile
Tempo medio di percorrenza: 3-4 ore.
Stagione piú favorevole: tutto l'anno.

Racconto

E' sempre piacevole ritornare a Malga Larici, in inverno ancor di più, soprattutto quando si vuole fare una bella ciaspolata, anche se non si e' molto in forma; se ci si aggiunge una bellissima giornata limpida e soleggiata... cosa vuoi di più!
Lasciamo l'auto al tornantino prima del Rifugio, proprio all'imbocco della stradina che da qualche tempo e' anche regolarmente battuta con le motoslitte (praticamente un biliardo); ci si inoltra prima nel boschetto ma presto si torna al bel sole primaverile che già comincia a scaldare. In prossimita di Porta Manazzo non ci facciamo prendere dalla tentazione di salire alla forcelletta (passeremo al ritorno) e andiamo avanti.
Si rientra nel bosco e dopo alcune curve arriviamo a un bivio, prendiamo a destra seguendo delle evidenti tracce (qui la motoslitta non è passata); si sale una breve rampa e ci si trova immersi nel biancore e nel silenzio di dolci pianori (siamo ai Fondi di Campo Mandriolo); ci teniamo nel centro della valletta puntando in direzione ovest, ci lasciamo a sinistra una bella dolina e saliamo dritti.
Dopo un breve sforzo ci si ritrova sulla dorsale centrale: già si comincia ad aprire l'orizzonte verso il Pasubio a sud e i monti trentini a ovest. Non vediamo l'ora di arrivare in vetta per goderci il panorama completo! Giriamo a dx quindi verso nord; ci sono parecchie tracce anche di sciatori ed alcuni li incrociamo che riscendono tranquillamente lungo i dolci pendii, adatti per una bella escursione anche per chi fa scialpinismo e non vuole andarsi a cacciare in pericoli inutili.
Dopo un altro strappetto il pendio si addolcisce momentaneamente;ritorniamo in direzione ovest nord ovest zizagando e puntando alla piccola croce che è posizionata più in basso rispetto alla cima, su una piccola forcella in cresta. Ma sono solo pochi passi ed eccoci in vetta. Ed ecco lo spettacolo che attendavamo: sotto di noi lo strapiombo sulla Valsugana è sempre impressionante, ma volgiamo subito lo sguardo alla meraviglia che ci circonda.

Come sempre annoio il mio compagno di avventura con il lungo elenco delle cime visibili (e anche non visibili) ma per correttezza e per solidarietà ... ve lo beccate pure voi!!
La possente struttura del Portule incombe ad est seguito da cima Undici e la bella piramide di Cima Dodici (Ferozzo) e poi l'Ortigara.
A sud tutto il gruppo del Pasubio dai "Denti" al Col Santo e dietro ancora il Carega e i Lessini, si vede anche il Baldo.
Ad ovest a breve distanza ma un po piu in basso c'è il Vezzena con la sua caratteristica cima "tagliata" con il Forte. Oltre il Cornetto di Folgaria e il Becco di Filadonna e alle loro spalle l'Adamello e il Gruppo del Brenta con le sue torri dolomitiche, e piu in la' ancora l'Ortles.
Ma il panorama a Nord la fa da padrone:la lunga catena dei Lagorai, con Cima d'Asta nel mezzo, che si estende fino a Passo Rolle da dove si ergono le Pale di San Martino. Le bianche cime dolomitiche si confondono all'orizzonte. Certamente si intuisce la grigia parete sud della Marmolada ( qualcuno giura di aver visto il ghiacciaio .... peccato che sia dall'altra parte), e verso nord-est le Vette Feltrine e le dolomiti Bellunesi con l'Alpago.
Volgendo lo sguardo ancora più a nord si arriva a scorgere perfino le Alpi Austriache (e qui ammetto la mia ignoranza in materia e mi fermo: potrei barare buttando la' un "monte-Spitz-qualcosa" ma mi trattengo ... )

Dopo le rituali foto cominciamo ad infreddolirci, quassù tira sempre una bella aria! Iniziamo la discesca seguendo la cresta est e pian piano perdiamo quota.
Per un po restiamo sulle tracce di altre ciaspolatori ma poi la tentazione è troppo forte: appena siamo in vista di un pendio "immacolato", ovviamente senza pericoli di sorta, ci fiondiamo sul soffice manto "rotolando verso sud" (cit.). che gusto!
Ci fermiamo alla base di un grande pino che ci ripara dal vento e ci mangiamo il meritato panino!

E' presto, il sole è alto e non abbiamo nessuna voglia di tornare nella grigia pianura. Per cui invece riprendere la stradina decidiamo di divagare avventurandoci nel bosco, seguendo tracce di leprotti e caprioli. Una bella variante ludica con qualche altra "rotolata" nella neve e "zig zag" o "torna indrìo" per evitare qualche affiorazione rocciosa. Risbuchiamo sulla stradina ormai a nei pressi di Porta Manazzo; stavolta tagliamo verso la forcelletta per gettare un ultimo sguardo alle bianche vallate.

Va bene dai per oggi può bastare. Dal fondo della val Formica il rumore del piccolo skilift ci richiama al mondo civile. Una bella birretta al Rifugio Larici completa l'escursione.

Le escursioni dei "facoceri" non sono più frequenti come una volta ma appena si può riusciamo a passare delle belle giornate spensierate nel nostro ambiente preferito.
Ciao e alla prossima

Accesso: Dalla Val d'Assa si risale fino a Malga larici. Attenzione, in inverno la strada e' una lastra di ghiaccio. Gomme termiche o catene consigliate.


Traccia GPS
Sporttracker






Facile stradina
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Cima Portule
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Verso la cima
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Risaliamo il pendio
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In vetta
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Veduta su Vezzena e Becco di Filadonna
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Il Gruppo del Brenta
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Cima d'Asta e Pale di San Martino
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Fungo nevoso
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Lo strapiombo del Mandriolo
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Si riscende a valle
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Pace e silenzio
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